i gravosi impegni notturni di Silvio Berlusconi
Abbiamo ascoltato con attenzione l'intervento del leader del Popolo della Libertà ieri mattina a Radioanch'io su RadioUno ospite del direttore Antonio Caprarica (http://www.radio.rai.it/player/player.cfm?Q_CANALE=http://www.radio.rai.it/radio1/radioanchio/archivio_2008/audio/radioanchio2008_02_27.ram). Ascoltandolo, ancora una volta, abbiamo percepito la sensazione di una ennesima riproposizione delle solite frasi (precostituite, ripetitive, propagandistiche) che oramai fanno parte integrante del parco (inteso come limitato) lessicale del cavaliere. Ad una domanda di Caprarica sull'eventuale soluzione del problema monnezza della Campania, Berlusconi risponde con la solita storiella (già raccontata da Vespa , Mentana & friends) del suo collega di capo del governo di una importante nazione (sarà Putin?) che gli chiede se sta lavorando con la mascherina sulla bocca. Non contento, il cavaliere ci ricorda anche la lamentela di un suo amico ristoratore di New York che vede la sua clientela diminuire e quelle poche persone che frequentano il ristorante, prima di mangiare vogliono dare un'occhiata alla cucina. Altre stantìe ripetizioni berlusconiane sono quelle relative alle accuse rivolte alla sinistra che ha provocato un danno all'immagine del nostro Paese, l'impossibilità di completare le sue opere di governo a causa del conflittuale rapporto con Casini durante i suoi cinque anni di potere, i suoi 100 e passa cantieri di grandi opere e bla bla bla. Alla fine però apprendiamo che Berlusconi la notte non consuma il talamo nuziale con la Veronica ma si dedica (all'1 e trenta) alla lettura dei giornali, alla compilazione delle liste elettorali e del programma del Popolo della Libertà. Insomma, invece di copulare Silvio si limita a copiare (il programma degli avversari politici, e non il contrario come dice lui). Altra perla dell'intervento radiofonico di ieri, l'attacco senza ritegno ad Antonio Di Pietro (ascoltare la registrazione intorno al trentaduesimo minuto please), reo di essere l'esecutore materiale del "partito delle manette" e il simbolo del giustizialismo. "Io ho orrore di Di Pietro, lo dico alto e forte" afferma il cavaliere, dimenticandosi però di ricordare agli ascoltatori di RadioUno che nel 1994 fu proprio lui a blandire, a circuire, tentando di ingraziarselo, l'ex pm di Mani pulite, offrendogli la poltrona del ministero dell'Interno. Ultima chicca, la sua definizione di monarca del partito del Popolo della Libertà (essendone il fondatore e unico capo riconosciuto) che poi, paradossalmente, definisce un partito anarchico, che sulle questioni etico-morali può comportarsi come cavolo vuole. Evviva.
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