De Magistris, chi tocca i fili muore...
Come si era ampiamente intuito, Luigi De Magistris (sostituto procuratore presso il Tribunale di Catanzaro) è stato trasferito d'ufficio e destinato ad altro incarico. In altre parole, non potrà più esercitare la sua funzione di pubblico ministero e, soprattutto, non potrà più operare in Calabria. Questa è stata la decisione (dopo quattro ore di camera di consiglio) della sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura, comunicata ieri sera verso le ore 20 e che ha fatto dire al quarantenne giudice napoletano: "...il Csm ha scritto una pagina profondamente ingiusta e inaccettabile su un magistrato che non ha fatto altro che esercitare il proprio dovere per cui i cittadini sono uguali davanti alla legge...Userò ogni strumento previsto dall'ordinamento democratico per dimostrare la correttezza del mio operato..." paventando così una lunga querelle tra lui e i giudici che l'hanno "cassato" che si trascinerà nei prossimi mesi, fino alla decisione finale che sarà presa dalla Cassazione a sezioni unite. Francamente, a nostro giudizio, questa di De Magistris (e delle ispezioni ordinate dall'ex Guardasigilli) non è stata proprio una bella pagina di giurisprudenza e di idilliaci rapporti tra il potere politico e quello giudiziario. E' stata, anzi, una sorta di guerra fredda tra poteri dello Stato, una prova muscolare (di cui non se ne sentiva il bisogno) tra chi vorrebbe far rispettare le leggi, indistintamente senza preferenze di sorta, e chi invece amerebbe sottrarvisi, sia per questioni personali, sia per motivi di "deontologia politica"...In ambedue i casi, comunque, le ragioni dell'una o dell'altra parte sono state stritolate dalla macchina infernale della spettacolarizzazione mediatica, dell'apparire ad ogni costo e a qualsiasi titolo, delle marce di protesta e degli insulti parlamentari, degli schieramenti precostituiti e delle solite frasi ad effetto. Il tutto condito dall'accanimento (non certamente terapeutico) di una parte della stampa (e di qualche tv...) nei confronti di un magistrato che forse non è il prototipo della simpatia, ma che indubbiamente ha avuto l'ardire e il coraggio professionale di andare avanti per la sua strada, senza guardare in faccia a niente e a nessuno, con la consapevole probabilità che, toccando quei "fili" ad altissima tensione, sarebbe andato incontro ad una "morte" professionale praticamente certa ed inevitabile. Ma, crediamo, che una buona parte dell'Italia onesta e non inquinata (intellettualmente e socialmente) abbia apprezzato il sacrificio di De Magistris, che con il suo operato ha scritto una pagina pulita, decorosa ed esemplare di uomo e di magistrato. Come molti dovrebbero fare.
2 Commenti:
La sensazione è che il potere politico reagisca sempre come una casta alle iniziative della magistratura,anche se quest'ultima in qualche occasione si lascia coinvolgere mediaticamente.Ad ogni modo,torno sui precedenti post,dicendo che,se la classe politica,adottasse un comportamento cristallino,certe situazioni non si verificherebbero.Mauro
Di Anonimo, Alle 19 gennaio, 2008 11:50
Purtroppo, carissimo MAURO, sperare che la classe politica adotti un "comportamento cristallino" mi sembra pura utopìa. Ci vorrebbe un trapianto collegiale oftalmico per avere un "cristallino" come si deve. Battute a parte, la speranza è sempre l'ultima a morire. Certo, se poi le battaglie tipo Davide contro Golia vanno a finire come sappiamo, beh, allora, inutile piangere sul latte ampiamente versato...
Di nomadus, Alle 19 gennaio, 2008 12:08
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