l'Antipatico

sabato 5 gennaio 2008

giustizia lenta ma inesorabile




Uno dei mali endemici della nostra società, del nostro Paese, è senza ombra di dubbio quello relativo alla censurabile lentezza dei processi e dei relativi risarcimenti previsti per chi si costituisce "parte civile", o comunque per i famigliari delle vittime. Tutti noi ci meravigliamo quando apprendiamo che dopo decenni, questo o quel Tribunale ha deciso che tot euro debbono andare a quella vedova piuttosto che a quell'associazione. Ci meravigliamo perchè ci sembra assurdo, e fuori luogo, che debbano trascorrere tanti anni per una sentenza che invece dovrebbe essere molto più immediata. Ma poi ci complimentiamo con i giudici quando emettono sentenze di risarcimento così GIUSTE e così inevitabili da farci ancora credere, e sperare, nella macchina della giustizia, nella bontà e nella obiettività di uomini e donne che, in nome del popolo italiano, decidono e giudicano su persone e fatti, oggetto di rilevanza penale. E la notizia che abbiamo letto stamani ci riempie di gioia e di soddisfazione, ci fa sentire cittadini a tutti gli effetti di uno Stato di diritto. Il Tribunale di Palermo ha emesso, pochi giorni fa, una sentenza nei confronti di Totò Riina e Salvatore Biondino, condannati per la strage di via D'Amelio in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta, che dovranno risarcire (attraverso il Fondo di rotazione e solidarietà per le vittime della mafia che attinge dai beni confiscati ai boss) la vedova di Borsellino, Agnese Piraino Leto, e i figli Lucia, Manfredi e Fiammetta con la cifra significativa di 3.360.000 euro. Questa la decisione, esemplare, del giudice unico della prima sezione civile del tribunale palermitano, Luigi Petrucci, che speriamo, sia di illuminante esempio anche per tutti gli altri giudici chiamati a decidere su tanti altri fatti, meno noti dell'eccidio Borsellino, ma comunque meritori di sentenze e risarcimenti ineccepibili. Perchè la Giustizia sarà anche lenta e paludata, ma inesorabilmente arriva alla sua naturale conclusione. Sempre.

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