il cavaliere e i suoi pala...Dini
A quanto pare nemmeno l'atmosfera ovattata dei giorni di Natale ha permesso a Romano Prodi di mangiare in santa pace il panettone. Non ha fatto in tempo a rilasciare una breve intervista a SKYTG24 (http://www.skylife.it/application/html/591/singolo_politica_59196.html) che subito si sono scatenate le reazioni politiche del centrodestra. I paladini a difesa del cavaliere (Cicchitto, Bondi, Pionati e pure il colonnello Gasparri) hanno interrotto i loro pranzi natalizi per dare alle agenzie e alle tv le loro dichiarazioni (solite e sterotipate) infarcite delle classiche previsioni (finora mai avveratesi...) sui tempi e i modi della caduta del governo Prodi. Chi affermava che il Professore sarebbe caduto a novembre, ha ora posticipato la data ai primi di gennaio; chi diceva con sicurezza che il governo era "al capolinea" ha forse sbagliato nell'indicazione dell'autobus (o forse hanno spostato il capolinea e loro non se ne sono accorti...). Insomma, un vero e proprio totoscommesse, neppure tanto clandestine, sulla fine del governo. E non avevamo ancora fatto i conti con il rospo. Infatti, puntuale, ecco l'uscita mediatica di Lamberto Dini (uno che, bisogna ricordarlo, qualche mese fa era tra i famosi 45 saggi del nascente Partito Democratico) ultimo dei paladini di sua emittenza, che risponde all'intervista natalizia di Prodi affermando che ormai il Professore al Senato "...non ha più i numeri. Da lui vengono solo mosse disperate...pensa che solo lui possa guidare il Paese: è una pretesa che mi pare assurda. L'ooposizione fa il suo lavoro..." dando così tra le righe ragione al cavaliere e ai suoi accoliti, sempre pronti lancia in resta all'attacco di palazzo Chigi. Certo, uno come Dini (vogliamo ricordare che la moglie Donatella Zingone ha subìto più di un'inchiesta per operazioni finanziarie estere sospette quando lui era capo del Governo?), che qualche scheletruccio nell'armadio ce lo dovrebbe avere, se proprio non si riconosce più nello schieramento politico (l'Unione) in cui è stato eletto, dovrebbe lasciare coerentemente il suo posto al Senato. Invece no, piuttosto che dimettersi dignitosamente, per non tradire il mandato degli elettori, Dini attacca a testa bassa il capo dell'Esecutivo: critica aspramente le scelte, in tema di fisco e di economia, operate dal Governo e minaccia costantemente il suo voto contrario (e quello degli altri suoi due compagni liberaldemocratici) facendo chiaramente il gioco politico di Berlusconi ma, allo stesso tempo, cercando di aprirsi (a nostro modesto avviso) una ipotetica strada istituzionale per giungere ad un governo di larghe intese, in caso di caduta di Prodi. Forse Lamberto Dini non ha capito (o fa finta di non capire) che l'unica strada percorribile sarà quelle delle elezioni anticipate, che ci eviteranno anche di rivedere il suo brutto muso in una nuova foto istituzionale dell'eventuale prossimo governo...
2 Commenti:
Anche io sono rimasto colpito dall'intervento di Dini.Meno male poi che gli estremisti sarebbero quelli della sinistra radicale.Fra lui e la signora Binetti,che in ogni provvedimento del governo bocciato,vede l'intervento divino,non so perchè non si assumano la responsabilità,cambiando casacca.Paradossalmente,ci vorrebbe il sistema elettorale turco,dove vige uno sbarramento del 10 per cento.Naturalmente è un'ipotesi provocatoria.Mauro.
Di Anonimo, Alle 27 dicembre, 2007 15:27
Bentornato, caro Mauro. Spero che tu abbia trascorso un buon Natale con la tua famiglia. Come sempre, il tuo commento è pertinente ed opportuno. Peronalmente, io propenderei, più che per un "cambio di casacca" (nel caso di Dini e della Binetti), per un definitivon reimpiego in una qualsiasi attività produttiva...Nonostante l'età avanzata anche sbucciar piselli non sarebbe immorale o negativo...
Di nomadus, Alle 27 dicembre, 2007 16:14
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