70 anni e non sentirli...
Un bell'articolo di Maria Volpe, a pagina 45 del Corriere della Sera di oggi, è lo spunto per dedicare questo nostro post domenicale ai 70 anni di Adriano Celentano, voce e corpo del rock italiano, il Molleggiato per antonomasia. Noi siamo dell'avviso che l'artista Celentano, e l'uomo Adriano Celentano, non sempre sono stati capiti e accettati nella giusta misura e con la giusta considerazione che si devono, normalmente, a chi per più di 40 anni ha rappresentato qualcosa per il Paese, non solo per le canzoni. Le sue idee, i suoi voluti silenzi televisivi, i suoi "tempi" sempre anacronisticamente in competizione con quelli della società moderna, sono un chiaro e incancellabile segno di "diversità" morale, artistica e spirituale. Le tematiche delle sue canzoni, i messaggi delle sue incursioni televisive e cinematografiche, i suoi interventi a volte ascetici, danno un'impronta indelebile e facilmente riconoscibile al genio (e alla naturale sregolatezza) incontrollabile e multiforme di Adriano, al suo classico modo di vivere e di pensare. A volte ( e questo è anche un segno di distinzione) affida alla mimica, facciale e corporea, e alla canzone quello che lui non riesce ad esprimere con le parole. Sceglie e veste le canzoni come abiti su misura, e sa cogliere dai giovani autori nuova linfa per il suo repertorio. Proclama da tempo la superiorità dei valori spirituali, sfidando così i preconcetti e l'anacronismo di una società molto secolarizzata. Ma alla fine, pur a volte lasciando aperto il quesito "c'è o ci fa?", lascia sul tappeto della popolarità il suo naturale dilettantismo. Pur essendo il più grande dei professionisti. Auguri Adriano.
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