l'Antipatico

mercoledì 12 aprile 2017

più precari di così...

Non volevo scrivere di questo argomento, ma il ricordo che ancora ho di quando lavoravo in un call center, per poche centinaia di euro, mi ha indotto a sottoporre alla vostra attenzione quanto scritto da una quarantenne a Concita De Gregorio che l'ha pubblicato sul quotidiano la Repubblica (http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2017/04/11/non-ci-resta-che-il-call-center/) e che ci sbatte in faccia, con violenta e crudele rappresentazione della realtà lavorativa, il buco nero del precariato, espresso all'ennesima potenza dalla scelta obbligata e nel contempo dolorosa di chi, pur avendo titoli di studio e tanto altro, è costretto a sottostare al mercato schiavistico dei call center non avendo alternative né prospettive adeguate per uscirne fuori. Il sottoscritto ha lavorato negli anni Novanta per lungo tempo in questi luoghi miserabili e disperati (mi si passi il termine un po' forte ma credo di rendere l'idea), prima per il 187 poi per il 1288, toccando con mano il variegato mondo dei precari di ogni specie e tipologia (dalla mamma allo studente fuori corso, dal professionista licenziato al fuori tempo limite di una certa età) restandone annichilito e quasi spogliato di personalità e speranza per il domani, con il solo pensiero di ritrovare una qualsiasi strada che portasse fuori da quella specie di inferno, una sorta di girone dantesco presenziato e affollato da chi di speranza vive e disperato muore.  

2 Commenti:

  • Carissimo hai ragione.Come fa una persona a vivere con cinquecento euro al mese quando poi è fortunato.Perché tante forze politiche e sindacali permettono questo scempio?Dove sono i movimenti che negli anni settanta si battevano per un'alternativa radicale?

    Di Anonymous Anonimo, Alle 21 aprile, 2017 17:27  

  • Caro Mauro, prima di tutto mi scuso se pubblico in ritardo il tuo commento e poi hai perfettamente ragione sul domandarti dove sono andati a finire i movimenti che negli anni 70 si battevano strenuamente per i diritti soprattutto dei giovani e che ora invece sono evaporati a contatto con la vacuità del mondo tecnologico e irreale dell'era internettiana. Siamo messi davvero male, molto male! Un abbraccio e un affettuoso saluto.

    Di Blogger nomadus, Alle 28 aprile, 2017 09:30  

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