l'Antipatico

sabato 8 aprile 2017

ripescaggi televisivi

Per chi, come il sottoscritto, ha trascorso la propria infanzia televisiva con cartoni animati, Rin Tin Tin, Belfagor e Rischiatutto, il solo vedere il ripescaggio di un programma televisivo come Furore ha fatto l'effetto del boomerang non gradito, come quei parenti che non vedevi da decenni e  che improvvisamente ricompaiono sulla scena chiedendoti una sorta di questua emozionale fintamente interessata alla tua vita attuale, dopo esser stati latitanti per decenni. Bene, questo modo di rispolverare in tv quello che a volte capita nella vita stride in maniera fragorosa con la possibilità, per chi fa televisione (in qualsiasi ambito professionale) di raschiare il fondo del barile catodico per non avere più idee o soluzioni atte a richiamare un nuovo target di telespettatori, soprattutto giovani, distratti dalle web tv e dalle star internettiane. Non basta ripresentare lo stesso conduttore di vent'anni fa (Alessandro Greco, naftalinizzato non si sa come è perché per svariati lustri) per ripetere il successo dell'epoca. Lo stesso Fabio Fazio con l'operazione nostalgia del Rischiatutto, totem iconico del compianto Mike nazionale, non ha avuto il risultato sperato o gradito. E così via, pigiando il telecomando del vintage televisivo, i vari format del passato riveduti e (s)corretti incontriamo sbiadite copie degli originali, senza soluzione né appagamento dei nostri gusti per il piccolo schermo. Alla fin fine ci mancano davvero i Febo Conti di Chissà chi lo sa, i Nanni Loy di Specchio segreto e il compianto maestro Manzi di Non è mai troppo tardi...

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