l'ottimo ritorno in tv di Gad Lerner
Una prima serata televisiva, quella di ieri sera su La7, di ottimo livello qualitativo e di partecipazione giornalistica garantita dal ritorno in video di Gad Lerner e dal suo programma L'Infedele, giunto alla sua settima edizione. Il protagonista (non propriamente positivo) della serata è stato Giuliano Tavaroli, ex responsabile unico della Security di Pirelli e di Telecom, indagato e prossimo al rinvio a giudizio (unitamente ad altre 34 persone) dalla Procura di Milano per il famoso "dossieraggio Telecom", con la pesante accusa di associazione a delinquere, corruzione, detenzione e divulgazione di materiale riservato. Tavaroli si è confrontato con Massimo Mucchetti, vicedirettore del Corriere della Sera, il cui computer e il cui conto corrente bancario furono spiati proprio dall'ex carabiniere. La puntata di ieri sera aveva il titolo eloquente di "Tavaroli e la guerra delle spie". Oltre a Tavaroli e Mucchetti hanno partecipato al programma di Lerner anche i giornalisti Peter Gomez e Concita De Gregorio, lo scrittore di spionaggio Giorgio Boatti, il criminologo Ernesto Savona e il docente del Politecnico di Milano Maurizio Decina. Anche se tutti lo hanno negato, il talk show è stato una prova generale del processo la cui celebrazione, però, è in forse proprio a causa dell'eventualità che gli imputati patteggino, impedendo così (come ha giustamente denunciato Mucchetti) "l'accertamento della verità in un processo pubblico". Dopo essere stato ringraziato da Lerner per essersi presentato proprio nella televisione di proprietà della Telecom, Tavaroli ha parlato dei suoi giorni trascorsi in galera. Ha spiegato come ha raccontato ai suoi 5 figli la sua disavventura giudiziaria. E ha presentato il suo libro, "Spie", scritto insieme a Boatti ed edito dalla Mondadori. Il leit motiv della difesa di Tavaroli è stato per tutta la trasmissione lo stesso: "Agivo nell'interesse dell'azienda e del Paese", e ancora "Le informazioni raccolte servivano per le strategie aziendali, per scegliere i fornitori, per difendersi dalla concorrenza all'estero e dalla criminalità" specificando che la società incaricata del dossieraggio (la famigerata Polis d'Istinto del suo amico d'infanzia Emanuele Cipriani) "vendeva le informazioni non solo a Telecom ma anche ad altre aziende italiane e straniere". Alla domanda di Peter Gomez "ma cosa c'entrava la sicurezza aziendale e nazionale con lo spionaggio di Mucchetti e il tentativo di farlo adescare da una prostituta di lusso in un bar di Milano?" l'imbarazzato ex manager Telecom rispondeva con un "Forse non c'entrava niente, ma non è questa la sede per discuterne; lo farò nelle sedi opportune". In buona sostanza si è intuita l'estrema difficoltà di Tavaroli di fronte a giornalisti che hanno seguito passo passo tutta l'inchiesta (da citare soprattutto quella di Giuseppe D'Avanzo e Carlo Bonini su la Repubblica) e che lo hanno spesso sbugiardato su quanto andava affermando, con un Gad Lerner particolarmente incalzante e con una splendida e caustica Concita De Gregorio che ha replicato con una intelligente e disarmante pacatezza nei toni. In ultimo rinnoviamo i nostri più sinceri complimenti a Gad Lerner.
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