l'Antipatico

mercoledì 19 aprile 2017

generazione ansiogena

La notizia riguardante i 15enni al top della classifica mondiale (http://www.affaritaliani.it/costume/ocse-15enni-italiani-i-piu-ansiosi-a-scuola-474688.html?refresh_ce) per ansia e dipendenza telematica non mi ha sorpreso più di tanto. Per chi, come il sottoscritto, ai tempi della scuola superiore (stiamo parlando degli anni Settanta) si incamminava a piedi la mattina presto giungendo sempre in anticipo a scuola, rispetto al suono della campanella di inizio lezioni, sapere delle corse a perdifiato dei ragazzi del terzo millennio, delle loro angosce per le interrogazioni e per gli eventuali brutti voti ma soprattutto l'essere totalmente dipendenti da smartphone e internet fa un po' ridere e un po' pena. Certo, ai miei tempi il web era un perfetto sconosciuto ma almeno noi non eravamo presi dallo stress scolastico anche perché quelli erano anni in cui ci si tuffava nella militanza politica, si aveva un qualche ideale di riferimento, insomma non ci sentivamo "vuoti a perdere" come quelli dell'attuale generazione. Sembrano considerazioni alquanto pesanti le mie ma credo di poter rispecchiare molti arzilli cinquantenni che magari oggi sono diventati colletti bianchi o politici più o meno d'elite e che riguardano al passato (confrontandolo con il presente della generazione ansiogena) con l'occhio nostalgico e finanche indulgente, magari proprio con i loro figli cercando (a volte scontrandosi duramente) di far capire che i messaggini e i social e i selfie non sono tutto nella vita. Anzi!

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