l'Antipatico

mercoledì 10 maggio 2017

la bellezza della monnezza

Un titolo appositamente scelto per andare controcorrente. La monnezza, soprattutto quella di Roma, non è qualcosa di maleodorante e di lordante. Niente affatto. Potrà esserlo, forse, in altre città come Napoli o Palermo ma nella Capitale no. Caput mundi è lo sfondo più che naturale (ed artistico) che mai monnezza possa desiderare per non sfigurare, che so, davanti a piazza Plebiscito o corso Calatafimi. Vuoi mettere un cassonetto strabordante di schifezze varie che fa da sfondo al Colosseo o a piazza di Spagna, immortalato dai soliti giapponesi manco fosse una rivisitazione di una natura morta ad opera di un Paolo Porpora (non a caso scelto in quanto nato a Napoli e morto a Roma, magica accoppiata ante litteram di quattro secoli fa) ? Vuoi mettere il tocco artistico di un bel maiale che rovista tra scarti di cibo vegano e salsicce andate a male? Dove poter trovare tutta questa poesia artistica involontaria se non nella Città Eterna? Che a pensarci bene, adesso, credo che il termine Eterna sia stato scelto, in illo tempore, proprio per pregustare nel futuro l'eterno dilemma "...ma 'sta monnezza che famo? La pijamo o la lassamo qua?". Lassamola, lassamola. Nun vedi che opera d'arte che c'avemo a Roma?

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